23 novembre 2021 – da PD – Mauro Rotondi – La Criminalità organizzata nel Saronnese, un fenomeno da non sottovalutare

La Criminalità organizzata nel Saronnese, un fenomeno da non sottovalutare

Inutile nasconderlo: la notizia della recente maxi indagine nel Basso Comasco sulla Ndrangheta, con numerosi arresti e sequestri di beni non può lasciare indifferenti.

La nostra Stazione di Saronno viene chiaramente indicata dagli organi inquirenti come luogo scelto dalle Organizzazioni per concludere affari. Le indagini congiunte condotte dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Milano,

Firenze e Reggio Calabria sull’attività delle famiglie calabresi (’ndrine) nel nostro territorio fanno emergere la presenza sempre più marcata della criminalità organizzata nel territorio lombardo, un fatto non certo nuovo ma preoccupante per la continua ascesa.

Il radicamento della Ndrangheta in Lombardia perdura da decenni: la rilevanza inizia negli anni Ottanta dagli anni Novanta in poi abbiamo assistito alle Operazioni Fiori di San Vito, Infinito, Insubria, Cantù con importanti inchieste e maxi processi. Dai primi insediamenti l’espansione è stata graduale e costante fino a raggiungere i

livelli preoccupanti di oggi. Le tradizionali attività del traffico di stupefacenti e di armi, core business originari delle organizzazioni, hanno fruttato nel tempo affari considerevoli, oggi riciclati e investiti in diverse attività del tessuto economico e produttivo tradizionale. Il business si è allargato: estorsione, usura ai danni di esercizi commerciali e cittadini privati, movimento terra, appalti pubblici, subappalti, gioco d’azzardo, ristorazione, farmacie, sanità.

Due gli strumenti utilizzati: l’infiltrazione dell’associazione nel tessuto economico imprenditoriale e il collegamento con il mondo politico/amministrativo il cui contatto avviene con finanziamento di imprese private, inserimento in appalti e subappalti in particolare nel settore edilizio del movimento terra, investimenti immobiliari.

La criminalità veste oggi il colletto bianco ma ciò non deve portare a fraintendimenti: l’entrata nei nuovi business comporta sempre il mantenimento dell’operatività militare tradizionale delle varie ’ndrine presenti sul territorio, operatività che si manifesta nella disponibilità di arsenali d’armi e nella consumazione di atti di intimidazione nei confronti di imprenditori e operatori a fronte di mancate restituzioni. Per effetto di tale duplice dinamica si vengono a creare nei circuiti dell’economia e della pubblica amministrazione ampi settori di chiara illegalità e comunque di opacità tali da influenzare la normale concorrenza economica tra le imprese private e i meccanismi di accesso ai finanziamenti. Saronno per ora si è distinta come territorio non toccato da certi fenomeni, oggi i recenti fatti ci impongono di alzare la guardia. Se poi ci guardiamo intorno l’accerchiamento è evidente: Bassa Comasca, Brianza, Provincia di Varese, Milano e Provincia sono tutte zone ad alta densità criminale. Il fenomeno, affrontato finora dai soli operatori giuridici impone oggi una riflessione alla società civile e alla politica: possiamo ancora permetterci di sottovalutare la situazione? Sarà forse il caso di cambiare atteggiamento? Gli anticorpi della collettività in questi casi sono chiamati a funzionare, parlare del problema diventa il modo migliore di prevenire e prendere coscienza.

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