UN ALTRO PASSO VERSO IL MONDO NUOVO
Saronno prende congedo dalla realtà, e lo fa sotto i nostri
occhi. Lo fa un passo alla volta ma pur rapidamente, e si accentua la
sensazione, già manifestata da alcuni di noi, dell’aprirsi di una frattura
nella sua personalità e nella sua storia.
Prendere congedo dalla realtà significa osservare
quest’ultima attraverso un prisma deformante e dunque negare delle verità
evidenti: ed è per l’appunto quanto è avvenuto e sta avvenendo.
Abbiamo visto da poco diversi esponenti del modo politico e amministrativo,
alcuni dei quali si professano da sempre cattolici, schierarsi a favore di un
disegno di legge che, se mai diventasse operativo, autorizzerebbe chiunque a
fare del proprio sesso (non a caso oggi derubricato a “genere”) una mera
opzione soggettiva. Li abbiamo altresì ascoltati quando equiparavano l’amore
omosessuale a quello tra i membri di una famiglia composta da uomo e donna,
pertanto aperta alla procreazione, cioè alla vita, e senza obbrobri quali
l’utero in affitto.
Questa deriva non sembra peraltro recare una precisa
etichetta politica, anzi travolge tutte le identità e si pone anche a Saronno
come il prodotto di quello che è stato chiamato il “partito radicale di massa”,
cioè una vasta platea la quale, abbandonato ogni retaggio della tradizione culturale
che ne costituisce l’origine, è dedita al più assoluto egotismo attraverso la
proclamazione di nuovi supposti diritti.
L’ultimo capitolo di questo romanzo d’appendice è stato
scritto in occasione del Consiglio Comunale dello scorso 3 agosto. Non importa
ricordare per iniziativa di quale partito. Non importa perché avrebbe potuto
proporlo una qualunque delle formazioni politiche o delle liste civiche
rappresentate in sala Vanelli, nessuna esclusa. E non importa anche perché è
stata approvata da tutte le formazioni e da tutte le liste, nessuna esclusa. Si
tratta naturalmente della richiesta al sindaco e a quanti altri di dovere di
riservare, all’interno del cimitero cittadino di via Milano, un’area adibita
alla sepoltura degli animali d’affezione.
Beninteso non intendiamo disconoscere il legame di affetto
che si può stabilire tra una persona e il suo animale di compagnia, sia esso un
cane, un gatto, o altro ancora. Ma il cimitero, o sepolcro come preferiva
scrivere quel poeta che in anni più o meno lontani tutti abbiamo studiato a
scuola, è luogo consacrato, nonché dedicato al commosso ricordo e alla
preghiera di esseri umani in favore di altri esseri umani.
Pretendere che in esso trovino luogo gli animali che in vita
ci hanno tenuto compagnia e condiviso ore più e meno liete è peraltro, più
ancora che irrispettoso e grottesco, un segno dei tempi o, come si potrebbe
anche dire, un fenomeno epocale. “Epocale” rispetto a un’epoca che ha smarrito
il senso delle proporzioni e dell’ “unicuique suum”, massima quest’ultima ormai
ricoperta di polvere.
Accanto a questa osservazione, che riteniamo tocchi il cuore
del problema, ci preme ricordare che l’area cimiteriale saronnese abbisogna
attualmente di nuovi manufatti quali loculi per le inumazioni e cinerari per
chi sceglie la cremazione per congedarsi dalla vita terrena, come sanno
coloro i quali negli anni passati si sono occupati della questione nella sua
dimensione tecnica come pure in quella finanziaria, che un buon amministratore
deve saper valutare per il bene della comunità. L’istituenda area dedicata agli
animali finisce dunque per porre anche una questione di priorità. Che solo una
mente obnubilata dall’ideologia animalista potrebbe non cogliere.
Infine, agli Amministratori di questa città un tempo
cattolica indirizziamo una cortese richiesta: se proprio ritengono necessario
che Saronno abbia un luogo dedicato alla sepoltura e al ricordo degli animali,
che esso sia ubicato, se pure all’interno dei confini cittadini, in una zona
ben distinta dal nostro cimitero, luogo che deve essere riservato alla pietas
per gli esseri umani.