6 settembre 2020 – Gazebo elettorale – si parla di sicurezza e programma amministrativo Il Sindaco Fagioli incontra i saronnesi e si parla di programmi e sicurezza, di ospedale e lavor

Comunicato Stampa n. 41/2020:
Dichiarazioni portavoce Lega Lombarda Saronno
Gazebo elettorale – si parla di sicurezza e programma amministrativo
Il Sindaco Fagioli incontra i saronnesi e si parla di programmi e sicurezza, di ospedale e lavoro
Saronno, 6 settembre 2020
Ieri uno splendido pomeriggio in centro a Saronno per incontrare i cittadini e distribuire il materiale informativo riguardante i candidati ed il programma amministrativo proposto dalla Lega.
Tanti si sono fermati per esprimere il proprio sostegno ad Alessandro Fagioli, che ci ha raggiunti dopo i suoi impegni istituzionali, e in molti per sottoscrivere la propria adesione al grande progetto Lega tesserandosi come sostenitori.
Si è parlato di sicurezza elencando i positivi interventi attuati nei cinque anni di amministrazione e spiegando i progetti per il futuro ed in particolare: nuova sede operativa per la protezione civile, nuova caserma della guardia di finanza, identificazione della sede per la nuova caserma dei Carabinieri, potenziamento della rete di telecamere nelle zone ancora carenti, prosecuzione del coordinamento della Polizia Locale con le altre forze dell’ordine.
Questa mattina alle 9.00 per tutta la mattinata replichiamo l’appuntamento.
Vi aspettiamo numerosi.
Marco Castelli
Responsabile Comunicazione
Lega Lombarda Saronno

5 settembre 2020 – Airoldi risponde alla Lega sulla sicurezza

Sommersa di critiche e sfottò per l’incomprensibile comunicato sulla sicurezza di qualche giorno fa, la Lega ha ritenuto necessario farne un’altro per spiegare la surreale tabella che mostrava l’aumento dei reati. La “colpa”, ovviamente, è di chi in malafede si è permesso di dire l’ovvia realtà, ovvero che la città sul tema sicurezza è rimasta più o meno dove stava e gli unici miglioramenti sono quelli che fanno parte della narrazione leghista: se governano loro, la città è sicura; se governano gli altri, no.

Se ne facciano una ragione: ai cittadini non serviva il mio fact-checking per vedere quello che succede ancora oggi in città, gli basta vivere Saronno o leggere la cronaca. Sono solo di pochi giorni fa le notizie di scippi in pieno centro e aggressioni in stazione, eventi rimarcanti anche da membri della coalizione che fa capo a Fagioli. Ci sono aree che stanno diventando preoccupanti, come la zona del supermercato al Prealpi, dove ci hanno detto aver fatto diverse segnalazioni inascoltati. C’è lo zero assoluto di nuovi percorsi ciclabili per la sicurezza delle utenze deboli. C’è il degrado al Matteotti, quartiere ignorato dalla giunta per 5 anni: vadano lì a spiegare ai residenti che “va tutto bene”. Io ci sono andato e ho anche invitato il sindaco, che non si è presentato.

E non si è presentato nemmeno l’altra sera al Santuario, anche se la sua sedia vuota l’aspettava: se l’avesse fatto, avrebbe visto anche lui il fuggi fuggi e le urla degli spacciatori al nostro arrivo, preoccupati dal vedere lo spazio che oggi occupano da tempo “invaso” da comuni cittadini scesi strada per discutere dei problemi del quartiere.

Magari, in un terzo comunicato, la Lega riuscirà a spiegarci anche questo.

Augusto Airoldi – candidato sindaco per Saronno

5 settembre 2020 – Alfonso Indelicato: SARONNO FRA VILLAGGIO POSTMODERNO E SUPERMERCATOPOLI

SARONNO FRA VILLAGGIO POSTMODERNO E SUPERMERCATOPOLI
Riflettendo sui contenuti dei programmi elettorali, sui comunicati e le esternazioni estemporanee di molti candidati, nonché sull’eredità urbanistica che ci lascia l’Amministrazione in scadenza, si possono cogliere due concezioni dell’ habitat  cittadino non solo differenti, ma contrapposte. Sono idee di città a mio avviso alquanto estremistiche, al di là dei toni felpati che caratterizzano in genere la comunicazione politica, e che vado a tratteggiare di seguito utilizzando anch’io, un po’ per celia un po’ per non morire … di noia, qualche innocua iperbole.
La prima è quella che ho definito in epigrafe “villaggio postmoderno”. Alla sua origine vi sono  diverse suggestioni, fra le quali l’ideologia ambientalistica, resistenti residui di anticapitalismo viscerale, la new age, la cosiddetta “decrescita felice” e infine l’uso pervasivo del concetto di sostenibilità. 
Questo ideale si nutre di piste ciclabili, rilevatori di co2, parchi e giardini de-antropizzati, orsi e cinghiali con licenza di uccidere, pannelli solari, pale eoliche, depuratori dell’acqua potabile, domeniche in monopattino, sterminate aree pedonali e feroci misure dissuasive per chi utilizza un’autovettura, massimamente i famigerati SUV, i proprietari dei quali meriterebbero di essere fustigati in piazza, o quanto meno esposti alla gogna.
Storicamente, la più fedele realizzazione di questo ideale si è avuta nel Vietnam del nord ai tempi di Ho Chi Minh, quando l’economia di Hanoi era pressoché cancellata dalla guerra con gli Stati Uniti, l’unico mezzo di locomozione era la bicicletta e l’indumento d’ordinanza per tutta la popolazione  il celebre “pigiama nero” dei Vietcong. Tale prospettiva contava in Italia numerosi affezionati.
La seconda idea di città, affatto diversa come dicevo, si fonda sull’assioma vagamente mussoliniano  “il privato ha sempre ragione”. Questo principio primo ha due  corollari, e precisamente: 1) “Il privato può costruire quello che vuole, basta che paghi gli oneri”, 2) “il privato può costruire dove vuole, e se nell’area che gli interessa c’è qualcosa, la si demolisce”.
Dal primo corollario derivano, ma possiamo ormai dire che sono derivate, tante conseguenze. Per esempio la proliferazione dei supermercati che contribuiscono a sterminare il piccolo commercio, coccolabile sì, ma solo nei programmi elettorali. Per esempio che le nuove edificazioni si possono approvare in Consiglio sulla base di schizzi e cosiddetti rendering i quali poco o nulla hanno a che fare con il manufatto finito, il quale pertanto viene approvato senza sapere come è fatto. Per esempio infine che l’Amministrazione non mette becco sull’aspetto dei manufatti medesimi, respingendo i requisiti di bellezza e armonia dal novero delle proprie competenze.
Dal secondo corollario deriva invece che si possano tranquillamente radere al suolo tutti gli edifici che legano la città al proprio passato, che creano una continuità nel tempo e una memoria comune. Subcorollario di tale corollario è che bisogna ricordarsi di definire “rudere” la costruzione da abbattere, per esorcizzare qualsiasi ipotesi di ristrutturazione conservativa.
Avviandomi verso la conclusione, vorrei dire che entrambe le concezioni urbanistiche – qui richiamate in modo certo caricaturale, ma nemmeno troppo, conoscendo i polli (volevo dire: i candidati) – hanno ragione per quello che affermano, ma torto per quello che negano.
L’esigenza di salvaguardare la natura è naturalmente sacrosanta, a patto che essa non limiti le libertà fondamentali (che sono del singolo, non delle masse) e che  non si faccia della natura stessa un oggetto di idolatria.
Altrettanto sacrosanta è l’esigenza di rinnovare il tessuto urbano: la città non può essere imbalsamata, è piuttosto un organismo che cresce su se stesso, mantenendo integri i suoi edifici storici ma sviluppandosi su di essi, possibilmente in modo armonioso.
Troverà Saronno un sindaco capace di contemperare entrambe le esigenze, entrambe le visioni, ciascuna con la sua anima di verità, senza disumanizzanti estremismi?
Alfonso Indelicato – Consigliere comunale eletto a Saronno
Translate »