10 agosto 2021 – da Alfonso Indelicato: UN ALTRO PASSO VERSO IL MONDO NUOVO

UN ALTRO PASSO VERSO IL MONDO NUOVO

Saronno prende congedo dalla realtà, e lo fa sotto i nostri occhi. Lo fa un passo alla volta ma pur rapidamente, e si accentua la sensazione, già manifestata da alcuni di noi, dell’aprirsi di una frattura nella sua personalità e nella sua storia.

Prendere congedo dalla realtà significa osservare quest’ultima attraverso un prisma deformante e dunque negare delle verità evidenti: ed è per l’appunto quanto è avvenuto e sta avvenendo.
Abbiamo visto da poco diversi esponenti del modo politico e amministrativo, alcuni dei quali si professano da sempre cattolici, schierarsi a favore di un disegno di legge che, se mai diventasse operativo, autorizzerebbe chiunque a fare del proprio sesso (non a caso oggi derubricato a “genere”) una mera opzione soggettiva. Li abbiamo altresì ascoltati quando equiparavano l’amore omosessuale a quello tra i membri di una famiglia composta da uomo e donna, pertanto aperta alla procreazione, cioè alla vita, e senza obbrobri quali l’utero in affitto.

Questa deriva non sembra peraltro recare una precisa etichetta politica, anzi travolge tutte le identità e si pone anche a Saronno come il prodotto di quello che è stato chiamato il “partito radicale di massa”, cioè una vasta platea la quale, abbandonato ogni retaggio della tradizione culturale che ne costituisce l’origine, è dedita al più assoluto egotismo attraverso la proclamazione di nuovi supposti diritti.

L’ultimo capitolo di questo romanzo d’appendice è stato scritto in occasione del Consiglio Comunale dello scorso 3 agosto. Non importa ricordare per iniziativa di quale partito. Non importa perché avrebbe potuto proporlo una qualunque delle formazioni politiche o delle liste civiche rappresentate in sala Vanelli, nessuna esclusa. E non importa anche perché è stata approvata da tutte le formazioni e da tutte le liste, nessuna esclusa. Si tratta naturalmente della richiesta al sindaco e a quanti altri di dovere di riservare, all’interno del cimitero cittadino di via Milano, un’area adibita alla sepoltura degli animali d’affezione.

Beninteso non intendiamo disconoscere il legame di affetto che si può stabilire tra una persona e il suo animale di compagnia, sia esso un cane, un gatto, o altro ancora. Ma il cimitero, o sepolcro come preferiva scrivere quel poeta che in anni più o meno lontani tutti abbiamo studiato a scuola, è luogo consacrato, nonché dedicato al commosso ricordo e alla preghiera di esseri umani in favore di altri esseri umani.

Pretendere che in esso trovino luogo gli animali che in vita ci hanno tenuto compagnia e condiviso ore più e meno liete è peraltro, più ancora che irrispettoso e grottesco, un segno dei tempi o, come si potrebbe anche dire, un fenomeno epocale. “Epocale” rispetto a un’epoca che ha smarrito il senso delle proporzioni e dell’ “unicuique suum”, massima quest’ultima ormai ricoperta di polvere.

Accanto a questa osservazione, che riteniamo tocchi il cuore del problema, ci preme ricordare che l’area cimiteriale saronnese abbisogna attualmente di nuovi manufatti quali loculi per le inumazioni e cinerari per chi sceglie la cremazione per congedarsi dalla vita terrena, come  sanno coloro i quali negli anni passati si sono occupati della questione nella sua dimensione tecnica come pure in quella finanziaria, che un buon amministratore deve saper valutare per il bene della comunità. L’istituenda area dedicata agli animali finisce dunque per porre anche una questione di priorità. Che solo una mente obnubilata dall’ideologia animalista potrebbe non cogliere.

Infine, agli Amministratori di questa città un tempo cattolica indirizziamo una cortese richiesta: se proprio ritengono necessario che Saronno abbia un luogo dedicato alla sepoltura e al ricordo degli animali, che esso sia ubicato, se pure all’interno dei confini cittadini, in una zona ben distinta dal nostro cimitero, luogo che deve essere riservato alla pietas per gli esseri umani.

4 agosto 2021 – COMUNICATO STAMPA – GUIDO GUIDESI – ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO – REGIONE LOMBARDIA DIGITALIZZAZIONE, GUIDESI: “ULTERIORE SOSTEGNO ECONOMICO ALLE IMPRESE LOMBARDE”



COMUNICATO STAMPA – GUIDO GUIDESI – ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO – REGIONE LOMBARDIA
DIGITALIZZAZIONE, GUIDESI: “ULTERIORE SOSTEGNO ECONOMICO ALLE IMPRESE LOMBARDE”
(Milano, 4 agosto 2021) La giunta regionale, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, ha approvato una misura finalizzata a favorire il rilancio dell’economia lombarda offrendo alle imprese lombarde l’opportunità di sviluppare soluzioni digitali per migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Lo strumento è attuato in collaborazione con Unioncamere Lombardia.
GUIDESI – “Insieme a Unioncamere Lombardia continuiamo ad aiutare i progetti di digitalizzazione delle imprese funzionalmente anche al miglioramento della sicurezza sul lavoro”, dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi.
DOTAZIONE FINANZIARIA – La dotazione finanziaria complessiva investita è di 1.771.000 euro di cui 500.000 euro a carico di Regione Lombardia e il resto a carico delle Camere di Commercio aderenti.
AGEVOLAZIONE DEL CONTRIBUTO – L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle sole spese considerate ammissibili nel limite massimo di 50.000 euro. L’investimento minimo è fissato in 40.000 euro.
SPESE AMMISSIBILI – Sono ammissibili sperimentazione, prototipazione e messa sul mercato di soluzioni, applicazioni, prodotti/servizi innovativi Impresa 4.0 prontamente cantierabili e che dimostrino il potenziale interesse di mercato, con una particolare attenzione per i progetti che intendano fornire una risposta ai problemi legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la proposta di servizi o lo sviluppo di dispositivi e/o prodotti.
DETTAGLI DELLA MISURA – Per l’assegnazione delle risorse si prevede la pubblicazione di un bando attuativo da parte di Unioncamere Lombardia in qualità di responsabile del procedimento entro 60 giorni dalla data di approvazione della presente delibera. Il procedimento di approvazione delle domande di contributo si concluderà entro 60 giorni dal giorno successivo alla data di scadenza del bando.
INFORMAZIONI – Ulteriori informazioni si trovano nel BURL, sul sito

www.regione.lombardia.it e www.unioncamerelombardia.it.





3 agosto 2021 – DA REGIONE LOMBARDIA OLTRE 6 MILIONI DI EURO PER GLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE ARTIGIANE. GUIDESI: “SOSTEGNO CONCRETO A UNA CATEGORIA FONDAMENTALE”








DA REGIONE LOMBARDIA OLTRE 6 MILIONI DI EURO PER GLI INVESTIMENTI DELLE IMPRESE ARTIGIANE. GUIDESI: “SOSTEGNO CONCRETO A UNA CATEGORIA FONDAMENTALE”


(Milano, 3 agosto 2021) La giunta regionale, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, ha deciso di stanziare oltre 6 milioni di euro alle imprese artigiane lombarde.
AMBITI DI INTERVENTO – L’investimento regionale intende sostenere lo sviluppo e il rilancio delle imprese artigiane nell’ambito di interventi aventi una delle seguenti finalità: transizione digitale, transizione green, sicurezza sul lavoro anche in ambito Covid-19 relativamente a interventi ammodernamento e/o interventi ordinari o straordinari finalizzati al mantenimento in efficienza d’impianti e macchinari già di proprietà.
GUIDESI: “E’ un supporto a una categoria fondamentale del tessuto economico lombardo. I dati economici dimostrano che la locomotiva economica del Paese è ripartita e questo ci convince a proseguire sulla strada intrapresa”, lo dichiara l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi.
AGEVOLAZIONE DEL CONTRIBUTO – L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese ammissibili, che dovranno almeno essere pari a 15.000 euro con un contributo massimo pari a 40.000 euro.
SPESE AMMISSIBILI – Sono ammissibili le spese sostenute dalla data di approvazione della delibera che istituisce la misura.
Nel dettaglio sono ammesse: acquisto di macchinari, impianti di produzione, attrezzature, arredi nuovi di fabbrica necessari per il conseguimento delle finalità produttive; autoveicoli nuovi di fabbrica per il trasporto merci di categoria N1 elettrici, ibridi, GPL e metano mono e bifuel, benzina EURO 6D-TEMP e D-FINAL, diesel EURO 6D-TEMP e D-FINAL; costi per interventi ordinari e straordinari finalizzati al mantenimento in efficienza di impianti e macchinari già di proprietà; costi relativi ad interventi di revamping di impianti e macchinari di proprietà finalizzati al miglioramento delle performance produttive e/o di sicurezza; acquisto di software, licenze d’uso; costi per servizi software di tipo cloud e saas e simili per un periodo non superiore a 12 mesi di servizio;  acquisto di licenze per l’uso di marchi e brevetti; costi per opere murarie, impiantistica e costi assimilati; costi per attività comunicazione e marketing; altri costi indiretti (spese generali), riconosciuti in misura forfettaria.
INFORMAZIONI E DETTAGLI – Tutte le ulteriori informazioni si trovano sul BURL e sul sito istituzionale di Regione Lombardia:
www.regione.lombardia.it





30 luglio 2021 – Oggi Azione Saronno compie un anno!

Saronno, 30 luglio 2021 –


Oggi Azione Saronno compie un anno!


Ci siamo presentati ai Saronnesi un anno fa perché eravamo convinti – e lo siamo ancora – che la politica cittadina soffrisse di troppa retorica e partigianeria e lasciasse senza rappresentanza tanti nostri concittadini.


A distanza di 12 mesi abbiamo imparato molto e conosciuto meglio potenzialità e limiti della nostra città e della sua amministrazione. Abbiamo esteso il nostro comitato direttivo per accogliere nuove competenze e nuove prospettive, con una particolare attenzione a giovani adulti desiderosi di fare la differenza senza farsi strumentalizzare.


Il nostro metodo rimane sempre orientato alla comprensione profonda dei contenuti e le nostre priorità rimangono, pragmaticamente, quelle della buona amministrazione: scuolaservizisalute e sicurezza.


Ringraziamo le centinaia di Saronnesi che già ci seguono sui nostri canali e invitiamo tutti i nostri concittadini a unirsi a noi e a condividere idee e proposte per Saronno!


***


Per maggiori informazioni: 


Indirizzo email: gruppo@azionesaronno.it
Pagina Facebook: Saronno in Azione
Pagina Instagram: Azione Saronno

28 luglio 2021 – daMariassunta Miglino – Dario Ceriani – Diego Riva – Ernesto Credendino – Alfonso Indelicato: RISOLTO IL PROBLEMA DEGLI EVENTI A SARONNO?

RISOLTO IL PROBLEMA DEGLI EVENTI A SARONNO?

 Ci assale un dubbio: che la vigente Amministrazione abbia silenziosamente appaltato l’organizzazione dei pubblici eventi al Telos e a simili associazioni?

Gli indizi di una tale trattativa giunta a buon fine sono molteplici. Da qualche tempo si infittiscono in città le occupazioni di piazze, piazzette, parchi e parchetti cittadini. Talvolta senza preavviso, più spesso con tanto di locandina sui social. L’ultima delle serie si giovava addirittura, oltre che della musica a palla e di abbondanti beveraggi, niente meno che delle luci stroboscopiche: i fuochi d’artificio protagonisti delle notti precedenti sono oramai superati. La varietà di tali iniziative è inoltre rimarchevole: si passa da eventi sostanzialmente ludico-libertari ad altri con una dimensione più squisitamente politica, come il recente dibattito en plein air sui disordini del G8, presumibilmente affrontato in chiave un pochino manichea.

Si tratta, inoltre, di manifestazioni prive, a quanto se ne può sapere, delle debite autorizzazioni. Debite, evidentemente, se è il cittadino qualunque a volerne organizzare di simili, superflue e quasi offensive per gli anarchici. Forse che questi ultimi hanno acquisito il diritto di occupazione del suolo pubblico per usucapione? Così a occhio diremmo che mancano i presupposti giuridici, ma la Giustizia italiana è in evoluzione in senso libertario … chissà.

In ogni modo, non tutto il male viene per nuocere: infine l’Amministrazione, così facendo, risolve il problema della propria assodata incapacità di organizzare eventi in grado di coinvolgere la cittadinanza, che non trova giustificazione nella pandemia, considerata la fioritura di manifestazioni nel belt saronnese. E se si fosse davvero rivolta agli anarchici, ciò sarebbe, in fondo, nell’ordine delle cose. Un sia pur vago  idem sentire, quanto meno una certa simpatia di fondo per questi giovani scavezzacolli ma così vivaci e pieni di idee c’è, inutile negarlo. E magari, tutto ciò considerato, se ne potrebbe assumere qualcuno come consulente alle feste e alle manifestazioni. La programmazione sarebbe ricca, anche se un po’ monocorde.

Mariassunta Miglino – Dario Ceriani – Diego Riva – Ernesto Credendino – Alfonso Indelicato

28 luglio 2021 – da Lega Lombarda: «Sabato in piazza per firmare per una Giustizia Giusta »

Comunicato Stampa n. 100/2021:

«Sabato in piazza per firmare per una Giustizia Giusta »

Saronno 28 Luglio 2021

Continua la nostra raccolta firme per i referendum sulla Giustizia. Finora Saronno ha registrato adesioni da record, e i nostri militanti non hanno avuto un attimo di tregua nel raccogliere le firme. Ringraziando la cittadinanza di tanta partecipazione, rinnoviamo l’invito anche questo sabato al gazebo dalle ore 16 alle ore 18.30.

La Lega Lombarda di Saronno sarà in piazza Volontari del sangue per raccogliere le firme per i 6 referendum promossi dal comitato per una Giustizia Giusta. Invitiamo i cittadini a venire a firmare. I referendum possono essere firmati anche in Comune negli orari di apertura.

I Quesiti concernono: La Riforma del CSM , l’introduzione della responsabilità diretta dei magistrati, l’Equa valutazione dei magistrati, la Separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti, i limiti agli abusi della custodia cautelare, e l’abolizione del decreto Severino.

Le informazioni sui quesiti sono consultabili sul sito www.referendumgiustiziagiusta.it

Segreteria Politica Lega Lombarda Saronno

27 luglio 2021 – UIDO GUIDESI – ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO – REGIONE LOMBARDIA : AI VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE MUSEI GRATIS PER UN ANNO e RICONOSCIMENTO PER IL SERVIZIO FONDAMENTALE ALLA COMUNITA’ LOMBARDA

COMUNICATO STAMPA – GUIDO GUIDESI – ASSESSORE ALLO SVILUPPO ECONOMICO – REGIONE LOMBARDIA 

REGIONE LOMBARDIA: AI VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE MUSEI GRATIS PER UN ANNO

ASSESSORE GUIDESI: RICONOSCIMENTO PER IL SERVIZIO FONDAMENTALE ALLA COMUNITA’ LOMBARDA

(Milano, 27 luglio 2021) La rinascita post covid passa anche per l’arte e i musei attraverso l’iniziativa ‘La cultura per la ripresa’. La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, di concerto con Stefano Bruno Galli (Autonomia e cultura) e Pietro Foroni (Protezione civile) ha approvato una convenzione che consentirà ai volontari, funzionari e operatori della Protezione Civile, di accedere a 160 musei in tutta la Lombardia e in tutti i siti convenzionati gratuitamente. Questo avverrà attraverso l’Abbonamento annuale Musei Lombardia; una card gestita e promossa dall’Associazione Abbonamento Musei.

PER OTTENERE L’ABBONAMENTO – I soggetti coinvolti potranno ottenere l’abbonamento gratuito attraverso di tutti i canali di Abbonamento Musei e Regione Lombardia. Verrà creato un sistema di raccolta dati per scegliere il luogo di ritiro della card nel corso della prima visita al museo scelto dal singolo nuovo abbonato. Sarà così agevolato il primo contatto con il museo e l’utente potrà conoscere l’offerta culturale compresa nella propria tessera.

ASSESSORE GUIDESI: “Un riconoscimento ai volontari della Protezione Civile – ha detto l’assessore Guidesi – che con il loro impegno e professionalità rendono un servizio fondamentale alla comunità lombarda”.

ASSESSORE GALLI: “‘La cultura per la ripresa’ è un’iniziativa importante nella quale l’Assessorato che ho l’onore di guidare crede con forte determinazione. La collaborazione virtuosa tra Regione Lombardia e Abbonamento Musei ha agevolato già in precedenti occasioni – come nel caso del diritto allo studio degli studenti universitari – la fruizione dello straordinario patrimonio museale lombardo. E sono previste ulteriori azioni a sostegno della domanda di cultura di altre categorie. Nel tornante storico postpandemico che stiamo vivendo, riaccendere nei cittadini il desiderio per la cultura dal vivo e quindi ripopolare i luoghi e gli istituti della cultura s’impone come una priorità. Perché solo facendo leva sulla cultura si potrà ricostruire la socialità disgregata dalla pandemia. Questa iniziativa è un sostegno concreto e tangibile alla domanda di cultura e un riconoscimento al valore dell’impegno dei volontari, degli operatori e dei funzionari della protezione civile”.

ASSESSORE FORONI – “L’idea generale rispetto a questa iniziativa adottata da Regione, in collaborazione con l’Associazione Musei Lombardia, è quella di attuare misure allo scopo di sostenere a livello psicologico la popolazione che si è ritrovata ad affrontare in prima persona l’emergenza sanitaria, tra cui i nostri volontari di Protezione civile”, ha spiegato Pietro Foroni assessore con la delega alla Protezione civile. “Ho sempre ribadito quanto il loro operato sia stato indispensabile durante quest’anno trascorso”, ha aggiunto. “Senza la generosità e dedizione delle tante persone scese in campo per offrire supporto alla comunità, sarebbe stato impossibile affrontare la pandemia e raggiungere i risultati odierni: 400 mila giornate uomo lavorative dall’inizio dell’emergenza fino ad oggi che ha coinvolto i volontari su più fronti, uomini e donne che, senza sosta, 24 ore su 24, hanno contribuito a fare la differenza e creare una sinergia vincente tra sanità e il mondo del volontariato”. “Si tratta di una caratteristica peculiare di Regione Lombardia, – ha concluso Foroni – una forte presenza sociale e civica che collabora con le Amministrazioni. Questa iniziativa vuole essere, anche, un riconoscimento da parte dell’istituzione regionale nei confronti delle tante persone che si sono spese attivamente durante la pandemia”.

27 luglio 2021 – da Mauro Rotondi : L’ITALIA PUO’ RIPARTIRE DAL SOGNO EUROPEO, LA NAZIONALE UN MODELLO DA SEGUIRE

L’ITALIA PUO’ RIPARTIRE DAL SOGNO EUROPEO, LA NAZIONALE UN MODELLO DA SEGUIRE

La vittoria dell’Italia ai recenti Europei di calcio ci ha fatto vivere notti magiche da fissare per sempre nella nostra memoria regalandoci l’immagine di un paese desideroso di aggregarsi intorno a un sogno per uscire da un periodo difficile. Un successo storico atteso da 53 anni e un’esplosione di gioia collettiva dopo tante sofferenze.

Si dice che la Nazionale di calcio sia la metafora del proprio paese, magari non è esattamente così, di sicuro ci assomiglia. I nostri successi calcistici passati non hanno quasi mai suscitato apprezzamenti all’estero; ci rimproverano da sempre un gioco speculativo, un tatticismo esasperato per sfruttare le debolezze altrui e un uso fastidioso di furbizia e provocazioni. Da lì una serie di luoghi comuni sul nostro paese. Per non parlare delle immancabili polemiche nostrane alla vigilia di ogni manifestazione.

I successi del Mundial 1982, avvenuto tra anni di piombo, P2 e calcio scommesse nonché quello del 2006, maturato in un contorno economico e sportivo anch’esso incandescente, sono stati la reazione d’orgoglio a polemiche e avversità. Stavolta è successo il contrario: la Nazionale di Mancini ha ribaltato gli stereotipi del nostro calcio e del nostro paese; la squadra propone e impone il bel gioco sul campo, esalta il collettivo in cui tutti i singoli possono esprimersi al massimo, soffre quando c’è da soffrire. In finale, davanti al pubblico ostile degli arroganti inglesi, subisce il gol a freddo ma trova la forza di ribaltare una situazione complicata giocando bene. Stavolta sono gli inglesi, tra fischi al nostro inno e medaglie d’argento sfilate dal collo, a dimenticare la tanto sbandierata sportività.

Abbiamo visto una Nazionale capace di stringere tutti intorno a un sogno e stupire per la semplicità, lontana da ogni polemica. La squadra ha mostrato i valori autentici dello Sport e della vita: amicizia sincera tra giocatori, serenità e allegria in campo e fuori, consapevolezza dei mezzi e della forza del gruppo, a cui non serve un leader ma è il gruppo stesso a essere leader. Gli abbracci tra Vialli e Mancini, le parate di Donnarumma, gli inossidabili Chiellini e Bonucci, le cavalcate di Chiesa, i rigori contro Spagna e Inghilterra, i giocatori che cantano Notti Magiche del 1990 di Bennato e Nannini sono tra le immagini indelebili di quest’estate italiana da consegnare alla memoria.

Il documentario “Sogno azzurro”, girato dietro le quinte della squadra durante il mese europeo, racconta bene un’armonia e uno spirito di squadra difficili da cogliere nel nostro paese. Come hanno scritto i giornali stranieri applaudendo la nostra vittoria, non è azzardato paragonare Mancini e i giocatori ad artefici di un nuovo rinascimento italiano e di un nuovo umanesimo. La Nazionale di Mancini ci ha ricordato che essere italiani non è poi così male. Anzi, qualche volta possiamo pure sentirci orgogliosi di esserlo. Una vittoria europea porta ottimismo, gli economisti dicono valga lo 0.7 di PIL in più. In fondo, e i complimenti ricevuti da tutto il mondo lo testimoniano, ci aspettavano tutti con la nostra spensieratezza. Gli azzurri possono ora diventare un esempio anche per il paese; abbiamo l’opportunità di prendere l’esempio trasformando le difficoltà del momento in voglia di rinascita e nuovo entusiasmo. Come ha detto mister Mancini ai giocatori prima della finale: dipende tutto da noi.

Mauro Rotondi

Consigliere PD

Questa volta è il paese a volere assomigliare alla nazionale: seguire i valo

la vittoria che mancava a una generazione di calciatori, elli in campo e quelli in panchina, suggellata dall’abbraccio tra Mancini e Vialli in lacrime. Ed è il segno di rinascita che aspettavamo dopo il periodo peggiore delle nostre vite, come fu il Mondiale 1982 dopo gli anni di piombo. Difficile dire chi ne avesse più bisogno, se gli azzurri o noi.

Chi tra gli azzurri non gioca nella Juventus non aveva vinto praticamente nulla negli ultimi dieci anni (a parte lo scudetto dell’Inter di Barella). Ma anche agli juventini — in particolare al duo Chiellini-Bonucci, autori di una partita strepitosa, quasi come quella di Donnarumma — era sfuggita finora la consacrazione, che non era giunta con le due finali di Champions perdute ed è finalmente arrivata a Wembley.

Ma tutti quanti noi sentivamo la nostalgia e la necessità di una festa non meno di loro. Molti italiani sono usciti di casa per la prima volta stanotte dopo mesi; e l’hanno fatto per celebrare una vittoria collettiva. Appena un mese fa non se l’aspettava nessuno.

Non è forse una grandissima squadra, quella che ha conquistato il secondo campionato europeo della nostra storia e ha fatto suonare «Notti magiche» nel tempio del calcio inglese. Nulla a che vedere con la Nazionale che vinse nel 1968: Zoff, Facchetti, Mazzola, Anastasi, Rivera, Riva… Ma è senz’altro un grandissimo gruppo; che manda per primo a ricevere la medaglia Spinazzola con le stampelle. Professionisti, amici, compatrioti (bello vedere Matteo Berrettini andare a salutare in tribuna il presidente Sergio Mattarella; e sarebbe bellissimo se il primo italiano finalista a Wimbledon riportasse la residenza fiscale da Montecarlo in patria).

Non si diventa mai campioni per caso. Non senza una base tecnica e una forza morale. Il calcio non è metafora della vita e della politica; ma la Nazionale finisce sempre per assomigliare alla nazione che rappresenta. In questo mese, la Nazionale di Mancini ci ha ricordato che essere italiani non è poi così male. Anzi, qualche volta possiamo pure sentirci orgogliosi di esserlo.

Per un popolo che non ha avuto un Balzac e un Flaubert, un Tolstoj e un Dostoevskij, un Dickens e un Tolkien, il calcio è il vero romanzo popolare. E come ogni romanzo individua, racconta, segna un momento storico.

L’Europeo 1968 incrociò un’Italia uscita da una secolare povertà, alla vigilia di una stagione inquieta e violenta, che però almeno per una notte riscoprì il tricolore. Era un tempo in cui i calciatori non cantavano l’inno, che non veniva considerato una cosa importante; adesso lo è.

L’Italia è campione d’Europa

Con il Mondiale 1982 l’Italia cambiò umore. Finivano gli anni della politica di strada e di piazza, cominciava l’epoca del riflusso, del campionato di calcio più bello del mondo e della febbre del sabato sera, quando persino ballare era una cosa che si faceva da soli. Fu un’epoca fatua, che alla lunga avremmo pagato cara; ma fu anche l’ultima volta in cui siamo stati felici, almeno tutti insieme.

Il Mondiale 2006 fu un lampo nel buio di un Paese che già non credeva più in se stesso, ed era atteso da prove terribili: la grande crisi prima finanziaria poi economica, e ora la pandemia con il suo carico di dolore. Se anche questo Europeo resterà un bellissimo ricordo in un momento oscuro, o se invece diventerà davvero il simbolo di una rinascita, questo dipende soltanto da noi.

È la vittoria che mancava a una generazione di calciatori, quelli in campo e quelli in panchina, suggellata dall’abbraccio tra Mancini e Vialli in lacrime. Ed è il segno di rinascita che aspettavamo dopo il periodo peggiore delle nostre vite, come fu il Mondiale 1982 dopo gli anni di piombo. Difficile dire chi ne avesse più bisogno, se gli azzurri o noi.

Chi tra gli azzurri non gioca nella Juventus non aveva vinto praticamente nulla negli ultimi dieci anni (a parte lo scudetto dell’Inter di Barella). Ma anche agli juventini — in particolare al duo Chiellini-Bonucci, autori di una partita strepitosa, quasi come quella di Donnarumma — era sfuggita finora la consacrazione, che non era giunta con le due finali di Champions perdute ed è finalmente arrivata a Wembley.

Ma tutti quanti noi sentivamo la nostalgia e la necessità di una festa non meno di loro. Molti italiani sono usciti di casa per la prima volta stanotte dopo mesi; e l’hanno fatto per celebrare una vittoria collettiva. Appena un mese fa non se l’aspettava nessuno.

Non è forse una grandissima squadra, quella che ha conquistato il secondo campionato europeo della nostra storia e ha fatto suonare «Notti magiche» nel tempio del calcio inglese. Nulla a che vedere con la Nazionale che vinse nel 1968: Zoff, Facchetti, Mazzola, Anastasi, Rivera, Riva… Ma è senz’altro un grandissimo gruppo; che manda per primo a ricevere la medaglia Spinazzola con le stampelle. Professionisti, amici, compatrioti (bello vedere Matteo Berrettini andare a salutare in tribuna il presidente Sergio Mattarella; e sarebbe bellissimo se il primo italiano finalista a Wimbledon riportasse la residenza fiscale da Montecarlo in patria).

Non si diventa mai campioni per caso. Non senza una base tecnica e una forza morale. Il calcio non è metafora della vita e della politica; ma la Nazionale finisce sempre per assomigliare alla nazione che rappresenta. In questo mese, la Nazionale di Mancini ci ha ricordato che essere italiani non è poi così male. Anzi, qualche volta possiamo pure sentirci orgogliosi di esserlo.

Per un popolo che non ha avuto un Balzac e un Flaubert, un Tolstoj e un Dostoevskij, un Dickens e un Tolkien, il calcio è il vero romanzo popolare. E come ogni romanzo individua, racconta, segna un momento storico.

L’Europeo 1968 incrociò un’Italia uscita da una secolare povertà, alla vigilia di una stagione inquieta e violenta, che però almeno per una notte riscoprì il tricolore. Era un tempo in cui i calciatori non cantavano l’inno, che non veniva considerato una cosa importante; adesso lo è.

Con il Mondiale 1982 l’Italia cambiò umore. Finivano gli anni della politica di strada e di piazza, cominciava l’epoca del riflusso, del campionato di calcio più bello del mondo e della febbre del sabato sera, quando persino ballare era una cosa che si faceva da soli. Fu un’epoca fatua, che alla lunga avremmo pagato cara; ma fu anche l’ultima volta in cui siamo stati felici, almeno tutti insieme.

Il Mondiale 2006 fu un lampo nel buio di un Paese che già non credeva più in se stesso, ed era atteso da prove terribili: la grande crisi prima finanziaria poi economica, e ora la pandemia con il suo carico di dolore. Se anche questo Europeo resterà un bellissimo ricordo in un momento oscuro, o se invece diventerà davvero il simbolo di una rinascita, questo dipende soltanto da noi.

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