29 giugno 2021 – COMUNICATO STAMPA Ospedale: i Sindaci Airoldi e Pavan incontrano Regione Lombardia
29 giugno 2021 – da Lega Lombarda : «Giovedì estivi in piazza con la Lega per una Giustizia Giusta»
Comunicato Stampa n. 86/2021:
«Giovedì estivi in piazza con la Lega per una Giustizia Giusta»
Saronno 28 Giugno 2021
Da giovedì 1 luglio in concomitanza con l’apertura serale dei negozi e tutti i giovedì fino al 5 agosto, la Lega Lombarda di Saronno sarà in piazza Volontari del sangue dalle ore 20:30 alle ore 23 per raccogliere le firme per i 6 referendum promossi dal comitato per una Giustizia Giusta. Invitiamo i cittadini a venire a firmare. I referendum possono essere firmati anche in Comune negli orari di apertura.
Segreteria Politica Lega Lombarda Saronno
Gli “Argonauti” dell’ Ass. Arcadia intervistano Masciadri, presidente del Teatro G. Pasta
27 giugno 2021 – da Lega Lombarda : «La disinformazione di Airoldi contro il Fagioli Immaginario»
Comunicato Stampa n. 85/2021:
«La disinformazione di Airoldi contro il Fagioli Immaginario»
Saronno 26 Giugno 2021
Il buon Airoldi non perde occasione per cercare di rinforzare una cornice negativa sulla passata amministrazione provando così a ricompattare la sua maggioranza. La frecciatina rivolta alla giunta Fagioli sul suo comunicato inerente alla sicurezza, è un abile tentativo di continuare l’operazione di denigrazione dell’avversario, rigorosamente mentendo.
Infatti, come per tutta la campagna elettorale, l’azione di Airoldi fu volta a cercare con successo ad appiccicare al sindaco Fagioli l’etichetta di “incompetente”, di “non aver fatto nulla per Saronno”, di “essere la causa dell’imminente chiusura dell’Ospedale”, di essere un “cementificatore” e di “aver fallito su tutto in particolare sulla partita sicurezza”.
Ora vista la situazione traballante della sua giunta, e l’inconsistenza del suo operato, ci riprova con il collante che ha unito proprio in campagna elettorale le forze dell’attuale maggioranza, riprendendo le stoccate sul Fagioli Immaginario che gli attuali amministratori cittadini hanno costruito a dovere.
Ma anche in questo caso il buon Airoldi, nonostante la sua immagine di fact-checker si scontra proprio con i fatti: il Sindaco Alessandro Fagioli per la sicurezza ha fatto eccome, dal punto di vista di investimenti su uomini e mezzi, ma anche ristabilendo una stretta collaborazione del Comune con Prefettura e forze dell’ordine – inesistente con la giunta Porro – che hanno permesso azioni coordinate sul territorio. Ha avviato e concretizzato il progetto di collaborazione tra le Polizie Locali di Saronno, Varese, Busto Arsizio e Gallarate, che, anche grazie all’instaurarsi della collaborazione con le associazioni d’arma per attività di volontariato, ha garantito più prevenzione e controllo sul territorio. Per le emergenze ha approvato del nuovo piano della Protezione Civile, e non ultimo ha realizzato il nuovo impianto di illuminazione pubblica a LED, che garantisce più luce e un sensibile risparmio.
Il risultato più visibile ed emblematico, quindi furbescamente bistrattato dal Sindaco fact – checker Airoldi, è di aver ereditato la zona stazione di Saronno Centro come un luogo noto alle cronache nazionali per spaccio, furti, degrado, e di averla radicalmente trasformata.
Non a caso però il gioco comunicativo del caro Airoldi, non si basa sui fatti, ma sulle impressioni e sulle suggestioni che con la sua squadra riescono ad indurre: infatti la passata amministrazione non è stata “travolta” dalla Sicurezza – era con l’era Porro sindaco e Airoldi presidente del consiglio comunale che le TV nazionali venivano a Saronno per registrare servizi per la cronaca nera, e non con il quinquennio Lega – ma dall’abilità dei professionisti della disinformazione che hanno cucito su Alessandro Fagioli una cornice, o frame se preferite, totalmente falsa e smentita dai fatti.
Ma è anche altrettanto noto che se “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”, vedremo solo quanto risulterà possibile per i cittadini saronnesi tollerare un’inconsistenza amministrativa che si limita ad attribuirsi meriti non suoi e ad impallinare il nemico immaginario per sentirsi uniti e fantasiosamente migliori
Marco Castelli Lega Lombarda Saronno
Associazione Grandi Amici del “Granello”
Claudia Maria Bertola alla ” Mondadori ” di Saronno.
La Società della Cura del Saronnese ed il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute …
26 giugno 2021 – Comunicato cittadini saronnesi – Per difendere la libertà di tutti
PER DIFENDERE LA LIBERTà DI TUTTI
È ormai noto il testo completo della Nota sottoscritta e trasmessa dall’arcivescovo Gallagher, responsabile della diplomazia del Vaticano, al Governo italiano. La nota contesta al ddl Zan la possibile violazione dell’art. 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato firmato nell’’84 da Craxi e Casaroli. Tali commi garantiscono alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale” e “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Il ddl integra l’art. 604 bis del Codice Penale, il quale punisce chi “istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” con il seguente dettato: “(…) oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla sessualità.”
Il comprensibile timore è in relazione al significato e alla reale efficacia del verbo “istiga”, la cui determinazione verrebbe lasciata, secondo i casi, alla discrezionalità dei singoli magistrati e alla varia giurisprudenza formatasi nel tempo.
Un sacerdote che, nel suo sermone domenicale, richiamasse il biblico “maschio e femmina li creò” o il poco meno famoso passo della Lettera ai Corinzi di S. Paolo che esclude i sodomiti dal Regno di Dio, istigherebbe alla violenza contro gli omosessuali? E il relatore che in un pubblico convegno illustrasse le conseguenze a suo avviso esiziali del cambiamento di sesso, istigherebbe alla violenza sui trans? Egualmente dicasi per un qualsiasi cittadino che esprimesse proprie convinzioni e/o contrarietà in un qualsiasi gruppo, anche famigliare o amicale (casi già accaduti nel mondo).
Dipenderebbe da tante, da troppe cose: dai toni, dal come, dal dove, dal quando. Dipenderebbe soprattutto, riteniamo noi, dal giudice. Ed è verosimile che il timore di conseguenze sul piano della giustizia penale innescherebbe un meccanismo di autocensura, e forse anche, a lungo andare, di autocensura del pensiero: ce l’hanno insegnato autori come Orwell, Koestler, Huxley, e ce lo confermano le timorose ritrosie di tanti di fronte all’impero del politicamente corretto.
Ed è a nostro avviso corretto evidenziare che quando la Chiesa esprime questi timori, non difende soltanto la libertà di sacerdoti e catechisti, ma quella di tutti noi, perché il ddl, qualora diventasse legge, avrebbe efficacia erga omnes, non solo sugli uomini di Chiesa.
Allo stesso modo, quando la Nota firmata dall’arcivescovo Gallagher si riferisce al fatto che anche le scuole cattoliche debbano (non possano, ma debbano) organizzare iniziative per la sensibilizzazione contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia in occasione della “giornata” a ciò dedicata del 17 maggio, e verosimilmente anche in altri momenti, essa non difende solo le scuole cattoliche, ma la libertà di insegnamento e quella dei genitori (compresi quelli che iscrivono i figli alle scuole di Stato) i quali desiderano che i loro ragazzi ricevano insegnamenti coerenti con l’educazione impartita in famiglia su temi così delicati e sensibili.
Non è dunque, la franca contrapposizione ad alcuni controversi passaggi, peraltro non accessori ma coerenti con l’impianto complessivo del DDL Zan, compito della sola Chiesa, e neppure dei soli laici cattolici, ma di tutti coloro che, anche guardando quanto avviene oltre confine, avvertono il rischio per la libertà di coscienza e di libera espressione del proprio pensiero.
A proposito, infine, di politici e improvvisati maître à penser che con toni barricadieri proclamano “l’Italia è uno Stato laico”, assicuriamo che non vogliamo vivere in uno stato confessionale, ma allo stesso modo non desideriamo vivere in uno stato-pedagogo che ci insegni cosa dobbiamo pensare, credere, sperare.
Mariassunta Miglino – Lucio Bergamaschi – Dario Ceriani – Giuseppe Anselmo – Diego Riva – Silvia Mazzola – Dario Lonardoni – Ernesto Credendino – Filippo Germinetti – Vincenzo Fioretti – Giuseppe Sgrò – Alfonso Indelicato