14 gennaio 2021 – da Alessandro Galli : PARCO DI VIA BURASCHI: LAVORI SOSPESI

PARCO DI VIA BURASCHI: LAVORI SOSPESI

In relazione ai lavori di recinzione del Parco di Via Buraschi (antistante alla scuola Damiano Chiesa in Cassina Ferrara), si precisa che gli stessi fanno parte dello “Intervento di riqualificazione urbana di spazi pubblici” di cui alla delibera N. 134 del 1 settembre 2020 che comprende la “Riqualificazione parchi di via Leonardo da Vinci (giardino ovest e skate park) via Toti, via Buraschi e piazza de Gasperi” e quindi appaltati con gara su piattaforma Sintel, regolarmente aggiudicata in data 30.09.2020, con Determinazione N. 681.

L’Assessorato all’Ambiente ritiene che, in linea di principio, qualsiasi area verde sia più bella e fruibile se lasciata di libero accesso e priva di recinzioni, come ad esempio avviene, oltre che nei parchi inglesi, in numerosi giardini e parchi italiani, inclusi molti di quelli situati nel territorio del Comune di Saronno. Le recinzioni sono purtroppo necessarie in taluni casi, ad esempio per impedire atti di vandalismo o lo spaccio di stupefacenti, quando non sia possibile prevenire questi reati attraverso l’attività delle forze di polizia. Si rendono necessarie anche qualora l’area verde sia posta nelle immediate vicinanze di strade ad alta intensità di traffico, per impedire ad esempio improvvisi attraversamenti stradali da parte di bambini provenienti dal parco.

Nel caso specifico del Parco di via Buraschi, l’amministrazione ha deciso la temporanea sospensione dei lavori, mentre sta valutando la possibilità di un diverso intervento di riqualificazione nel miglior interesse pubblico.

14 gennaio 2021 – Angelo Veronesi, vicesegretario cittadino si esprime riguardo la sentenza del TAR che permetterebbe la riapertura delle scuole.

« Stato italiano ha fallito: i soldi ai trovano solo per parassitismo, ma mai per fare tornare in aula gli studenti in sicurezza»

Angelo Veronesi, vicesegretario cittadino si esprime riguardo la sentenza del TAR che permetterebbe la riapertura delle scuole.

Saronno 14 Gennaio 2020

Alla luce della sentenza del TAR (1) mi chiedo se si sia recepito quale sia il problema reale: i mezzi pubblici già strapieni. Gli studenti delle superiori al contrario dei loro colleghi di elementari e medie prendono in larghissima parte i mezzi pubblici per andare a scuola. Se i mezzi pubblici sono già strapieni come evidenziano le foto dei pendolari, quale è la soluzione? Triplicare i mezzi pubblici. Ci sono i soldi? No. Il Governo ha fatto capire che non ci sono. Quindi il Governo ha deciso di far pesare sulle famiglie degli studenti l’onere della connessione Internet, il costo di un ulteriore computer, e via di questo passo. Non risulta che abbiano fatto un bonus studenti, ma solo un bonus monopattini. Qualcuno dice che sui mezzi pubblici il virus non si prende. Tiri fuori le prove scientifiche, perché io da pendolare ho sempre sperimentato che quando arrivava l’influenza normale questa si diffondeva subito sui mezzi pubblici a causa del fatto che non si può rispettare nessun distanziamento interpersonale.

Le classi delle superiori sono formate da 30 studenti. Vogliamo aumentare la distanza interpersonale o bisogna osservarla solo nei ristoranti? È da febbraio che sostengo che debbano essere assunti il doppio degli insegnanti per avere classi da 15. Lo fanno? No, perché il Governo non ha soldi.

Dicono che mancano gli spazi? Non è vero: in situazioni di emergenza si sarebbero potute utilizzare le vecchie strutture scolastiche che sono sede delle associazioni. Mancano sempre i soldi per le spese necessarie. Non mancano mai per pagare lautamente le consulenze e tutta la macchina burocratica ed inutile dello Stato.

Monti, Letta, Renzi, Gentiloni hanno tagliato 37 miliardi alla sanità in 10 anni (2) per sopperire alla richiesta di soldi da parte del parassitismo, non per creare sviluppo. Oggi questa sentenza (1) rispecchia degnamente il Paese e con questo mi fermo anche se ci sarebbe molto da aggiungere.

Lo Stato italiano centralista ha fallito. La Germania Federale invece no.

Fonti:

(1)https://www.orizzontescuola.it/ritorno-a-scuola-tar-lombardia-superiori-possono-andare-in-presenza/

(2) https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/covid-19-tagli-servizio-sanitario-nazionale-chi-li-ha-fatti-perche/b18749f6-736d-11ea-bc49-338bb9c7b205-va.shtml

Angelo Veronesi, Vice Segretario Lega Lombarda Saronno

12/01/2021 OSPEDALE DI SARONNO: SOSTENIAMO I PROFESSIONISTI DEL REPARTO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE E NON SOLO

12/01/2021 OSPEDALE DI SARONNO: SOSTENIAMO I PROFESSIONISTI DEL REPARTO DI ANESTESIA E
RIANIMAZIONE E NON SOLO
Sosteniamo con tutta la nostra convinzione il gruppo di infermieri e medici del Reparto di Anestesia e
Rianimazione che ieri mattina – 11 gennaio 2021 – si è fatto portavoce per comunicare, ancora una volta, la
situazione che sta colpendo il nostro Ospedale cittadino dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19, con la
chiusura di reparti e la riduzione di servizi.
Il nostro gruppo politico, lista civica interessata al bene della città e dei suoi cittadini, già a maggio del 2020
ha pensato, organizzato e realizzato una petizione per la salvaguardia dell’Ospedale di Saronno: il nostro
obiettivo è stato, è e sarà quello di sensibilizzare tutti i cittadini, saronnesi e abitanti del saronnese, sullo
stato in cui versa il nostro nosocomio e il declino continuo che si vede all’orizzonte. Le persone bisognose,
in questi mesi, hanno vissuto in prima persona il disagio e in alcuni casi l’assenza del servizio di cura
scontrandosi con una realtà difficile da accettare. Siamo convinti, come lo sono i professionisti intervenuti
ieri, che i cittadini abbiano il diritto di essere ascoltati e che ai cittadini venga garantito il diritto alla salute e
alla cura. L’Ospedale di Saronno, da sempre una struttura d’eccellenza, si sta svuotando e questo per
responsabilità delle decisioni prese dai dirigenti che siedono in Regione Lombardia e in ASST Valle Olona,
azienda sociosanitaria che gestisce anche il nostro nosocomio insieme a quello di Busto Arsizio, Gallarate e
Somma Lombardo. La raccolta delle firme dei cittadini ci ha impegnato molto soprattutto durante la scorsa
stagione estiva: non ci siamo mai arresi nonostante i duri attacchi degli esperti della politica che hanno
cercato, con insuccesso, di denigrare la nostra iniziativa. I lockdown e le limitazioni causate dal Covid-19
hanno ostacolato il nostro percorso senza mai interromperlo. Molte persone – uomini, donne, madri e
padri, nonne e nonni, ragazze e ragazzi – hanno investito dieci minuti del loro tempo per apporre una firma
che potrà avere il suo peso insieme a quelle di tutti quelli che hanno deciso di essere parte attiva del
destino del nostro nosocomio. A otto mesi dall’inizio della petizione abbiamo raccolto circa 3.000 firme:
pensavamo ad un numero maggiore perché siamo consapevoli che più si è e meglio è, l’unione fa la forza.
Riteniamo tuttavia che sia il momento di chiudere questa raccolta e, come raccontato durante la
presentazione dell’iniziativa e a tutti i cittadini che abbiamo incontrato, di consegnare i fogli firmati a chi di
competenza: Regione Lombardia, ASST Valle Olona e Sindaco di Saronno. Faremo questo entro la metà di
febbraio.
Qualche cittadino potrebbe chiedersi “Ora che anche Obiettivo Saronno è al governo della città, può fare
qualcosa in più della semplice consegna dei fogli firmati della petizione?” Certo che sì, come membri del
gruppo di maggioranza – con quattro consiglieri comunali e l’Assessore ai Lavori pubblici, decoro urbano e
innovazione – stiamo fornendo il nostro contributo nell’indirizzo e nel lavoro di squadra che si concretizzerà
con l’azione del Sindaco Airoldi nei confronti degli Enti preposti alla definizione del futuro dell’Ospedale di
Saronno.
Ricordiamo che fino al 31 gennaio sarà possibile firmare la petizione presso le farmacie e gli esercizi
commerciali di Saronno che ci hanno aiutato aderendo all’iniziativa. Il nostro GRAZIE ai cittadini e a queste
strutture non sarà mai abbastanza. La salute, un bene prezioso. Prenditene cura con una semplice firma.

12 gennaio 2021 – Fondazione Daimon – Museo della Ceramica G. Gianetti Comunicato Stampa LE MANI NELLA TERRA –

Fondazione Daimon – Museo della Ceramica G. Gianetti Comunicato Stampa LE MANI NELLA TERRA – Laboratorio di Argilla. “Intraprendere il primo anno di scuola superiore in piena pandemia è come inoltrarsi un una grotta con una piccola luce accesa. L’utilizzo della mascherina, il distanziamento sociale, nuovi professori e nuovi compagni che mostrano mezzo volto e che non possono essere toccati, appaiono a prima vista ingredienti perfetti per una ricetta intitolata “sentirsi spaesati e soli in un mondo nuovo”. Per fortuna le risorse individuali hanno permesso agli allievi e allieve di prima, di ricordare a noi adulti che la scuola rimane il luogo privilegiato per creare relazioni importanti, per esprimere se stessi, per imparare insieme: lo dimostrano gli occhi sorridenti e i corpi in cortile, desiderosi di entrare a scuola. Travolti da questa contagiosa speranza abbiamo progettato insieme al Museo della Ceramica Gianetti, con la direttrice Mara De Fanti, il Laboratorio di Argilla – Le Mani nella Terra. Pensato per e con le nostre allieve ed allievi di prima C dei Percorsi Personalizzati. La scelta nasce dall’esperienza personale, di Alessia Zanin e Clara Sisini, di incontro gioioso e trasformatore con la materia prima: la TERRA, elemento essenziale e potente, per il benessere e il piacere che promuove e per il rispetto e la cura alla quale ci invita. Esperienza iniziata due anni fa negli spazi accoglienti del laboratorio del Museo, dove l’argilla viene indagata in tutte le sue forme. Abbiamo sentito il bisogno, noi e gli allievi/e, di ri-connetterci alla terra, di concentrarci nella cura e nella trasformazione di questa materia antica, nata da un lungo tempo di sedimentazione. L’argilla è un materiale intrinsecamente malleabile, che ci accompagna a dare forma, a creare e vivere atti di bellezza, dove le sfumature irrazionali dell’opera d’arte e l’inenarrabile che emerge, possono generare nuovi racconti e significati in questo particolare momento. Nella prima parte del laboratorio gli allievi hanno incontrato e toccato a mano nuda questa materia, per alcuni non è stato un incontro facile, ci è voluto tempo prima di potersi avvicinare e sentirne la consistenza. Per qualcun altro invece è stato come immergersi in un mondo che già conosceva da tempo. Abbiamo chiesto ai ragazzi/e di creare i loro autoritratti, raccontando le emozioni che li attraversano. Maschere senza mascherina, delle quali prendersi cura ed entrare in con-tatto, oppure decidere di distruggere e rifare, con un adulto a fianco pronto ad accogliere e ad ascoltare. Un processo individuale si trasforma in collettivo nel momento in cui si condivide lo stesso fare, si rispetta la creazione o distruzione dell’opera del compagno, si danno suggerimenti e punti di vista. Ciò che in questa piccola mostra emerge e si nasconde, è la complessità e diversità dell’essere umano, è l’amorevole cura di cui tutti abbiamo bisogno quotidianamente, è il lavoro di questi allievi, il loro desiderio e motivazione e anche di frustrazione quando le opere non crescevano esattamente come si avrebbe voluto, è la soddisfazione provata nell’accettare e cogliere nell’imprevedibile, la bellezza creata.” Il lavoro proseguirà nei prossimi mesi con un secondo laboratorio dedicato alla scoperta dello spazio e della Città. Alessia Zanin Docente Ocp- Pedagogista Fondazione Dai

5 gennaio 2021 – OBIETTIVO SARONNO: A FINE GENNAIO CONSEGNEREMO LE FIRME RACCOLTE A DIFESA DEL NOSTRO OSPEDALE

OBIETTIVO SARONNO: A FINE GENNAIO CONSEGNEREMO LE FIRME RACCOLTE A DIFESA DEL NOSTRO OSPEDALE

Quanto sta accadendo al Reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Saronno – con la possibilità di
arrivare ad una chiusura totale per mancanza di medici anestesisti – segue purtroppo un percorso che
appariva già chiaro a chi ha voluto, senza ipocrisie, guardare in faccia la realtà di un presidio
progressivamente depauperato dalle politiche regionali di risorse infrastrutturali ed umane, che per anni lo
hanno reso un punto di riferimento fondamentale del nostro territorio.
Riepiloghiamo di seguito i dati forniti a novembre 2020 dal dottor Massimo Beneggi, membro fondatore del
Comitato per la Salvaguardia dell’Ospedale: il comprensorio del saronnese – con un bacino d’utenza di
180.000 abitanti – ha 2.6 posti letto ogni 1000 abitanti, contro una media nazionale di 3,2 posti letto ogni
1000 abitanti. A seguito della chiusura della maggior parte dei reparti durante la prima ondata del virus, in
epoca estiva sono stati riaperti a Saronno un totale di 130 posti letto per degenze, con solo 16 di questi
posti letto ed una sola sala operatoria destinati alle 5 unità operative chirurgiche (Chirurgia generale,
Ortopedia, Urologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria). Attualmente l’ospedale ha 155 posti letto di cui l’80%
destinato a pazienti covid ed il restante 20% (30 posti letto) alla cura di altre patologie. Le visite
ambulatoriali sono aperte solo per urgenze e tutta l’attività annullata durante la prima ondata covid non è
stata più recuperata.
Tutto questo non accade per caso, ma bensì a seguito di una precisa volontà politica di Regione Lombardia
di non investire (parliamo di fondi realmente utilizzati e non semplicemente “stanziati”, ovvero
investimenti figurativi, rinviati un anno dopo l’altro e mai spesi) sul futuro e di non creare le condizioni per
attirare nuovo personale medico ed infermieristico verso l’ospedale cittadino, al contrario di quanto è stato
fatto per i presidi gemelli di Gallarate e Busto Arsizio. Saronno per cinque anni ha avuto una giunta di
centro-destra a guida leghista, per la quale il dialogo con un’amministrazione regionale dai medesimi colori
politici avrebbe dovuto essere molto facilitata: invece nessuna seria azione è mai stata intrapresa in tutto
questo tempo a difesa del presidio saronnese, mentre lo stesso continuava a perdere personale e reparti.
Obiettivo Saronno, su richiesta di alcuni lavoratori dello stesso ospedale che si erano visti chiudere le porte
in faccia dalle altre forze politiche, ha lavorato nel maggio 2020 per lanciare una petizione con la richiesta di
riapertura di tutti i reparti chiusi nel nostro ospedale e farlo tornare ad essere un presidio di primo livello,
ma è stata accusata di creare un falso problema solo a scopo propagandistico. Adesso, a mesi di distanza e
con la situazione dell’ospedale in progressivo e veloce deterioramento, si capisce chi in realtà ha utilizzato
l’argomento solo a scopo elettorale, facendo toccata e fuga nella nostra città e continuando a
disinteressarsene già dal giorno dopo. O tutte le promesse fatte dall’ assessore regionale alla Sanità Giulio
Gallera e dal consigliere regionale varesino Emanuele Monti (presidente per la Lega della Commissione
Sanità regionale) – due dei principali politici che hanno reale potere decisionale in merito – sono forse nel
frattempo diventate realtà?
Molti cittadini hanno subito compreso che la prospettiva di una chiusura dell’ospedale era più che
concreta. La raccolta firme di Obiettivo Saronno ha superato le 3000 adesioni in autunno. Era nostro
desiderio raggiungere un numero maggiore di firme, ma purtroppo le continue chiusure e l’impossibilità di
programmare ed organizzare nuovi eventi a sostegno dell’iniziativa ci hanno permesso di continuare la
raccolta solo tramite pochissimi punti vendita e farmacie in città. Abbiamo pertanto deciso di chiudere la
petizione, lasciando ancora la possibilità di firmare a chi non l’avesse ancora fatto fino al 31 gennaio. Sulle
nostre pagine Facebook ed Instagram troverete l’elenco degli esercizi in cui sottoscrivere la petizione.
Dopodiché, consegneremo i fogli al sindaco Airoldi – che siamo certi continuerà a sostenere quanto
promesso in campagna elettorale – ad Asst Valle Olona e a Regione Lombardia. Obiettivo Saronno

continuerà ad essere in prima linea e parteciperà alle iniziative del Comitato, del personale dell’Ospedale
stesso e sosterrà attivamente il dialogo con gli altri sindaci del comprensorio, che – con Saronno come
capofila – devono essere capaci di superare i colori politici e combattere uniti per una questione che è di
fondamentale importanza per tutti noi.

5 gennaio 2021 – Augusto Airoldi sull’incontro di ieri con il personale del reparto rianimazione dell’ospedale

ri mattina ho ricevuto una delegazione composta da personale del reparto di rianimazione dell’ospedale di Saronno. Ringrazio per l’incontro che si è svolto nel rigoroso rispetto della normativa anti-Covid.

I presenti, con la passione propria di chi mette tutto se stesso in una attività professionale indispensabile per la salute di tutti noi, mi hanno rappresentato la cronica carenza di personale medico in servizio al reparto di rianimazione del nostro ospedale che, se non rapidamente colmata dalla direzione aziendale, rischia di portare, se non alla chiusura, ad un drastico ridimensionamento dello stesso. E, come è facile intuire, senza adeguato numero di anestesisti non esiste chirurgia, blocco operatorio, pronto soccorso 24×7, … In altre parole non esiste più un Ospedale di primo livello, ma un poliambulatorio.

Ho assicurato il mio impegno per una azione che coinvolga tutti i sindaci del territorio da attuarsi quanto prima, pur nella consapevolezza che il caos che regna in Regione Lombardia in tema di sanità rende tutto ancor più difficoltoso.

Augusto Airoldi – Sindaco di Saronno

05 gennaio 2021- dall’avv. Ernesto Credendino : “Va dal dentista per farsi ricementare una corona e si sveglia dopo otto ore con la bocca distrutta.”

“Va dal dentista per farsi ricementare una corona e si sveglia dopo otto ore con la bocca distrutta.
La surreale e drammatica vicenda è accaduta a una giovane e bella ragazza all’epoca non ancora
trentacinquenne che sta ancora cercando di ottenere giustizia e deve combattere contro le distorsioni dela
macchina giudiziaria italiana.
Alina Babakhanova, questo il nome della ragazza di nazionalità armena, in quello sciagurato giorno di
maggio del 2014 si ritrovò in bocca una corona provvisoria staccatasi da un impianto dentale
precedentemente posizionato dal suo dentista in Ucraina in attesa di confezionare quella definitiva di lì a
poco. Questo come sappiamo è un evento banale che può essere capitato alla quasi totalità di noi e che si
risolve con un breve passaggio dal dentista o addirittura con un particolare cemento fai da te che si può
comperare in qualunque farmacia.
La sfortunata ragazza trovandosi a Como si rivolse ad una nota clinica dentale concittadina dove il
proprietario Dottor M.D. invece di limitarsi alla semplice ricementazione, dopo averle eseguito una
radiografia panoramica e 10 radiografie endorali le descrisse una situazione dentale talmente
compromessa da farle rischiare, a suo dire, entro breve tempo una pericolosissima infezione del sangue che
sicuramente sarebbe esitata in una meningite purulenta che le avrebbe compromesso irreparabilmente le
funzioni cerebrali se non addirittura portata alla morte. Potete immaginare quale fu lo sgomento e l’ansia
che queste parole generarono nella ragazza che pur essendo una valentissima e apprezzata psicologa, non
parlando ancora ai tempi perfettamente la lingua italiana, comprese solo di essere in imminente pericolo di
vita. Si affidò quindi alle cure del dottor M.D. che in una drammatica seduta programmata di lì a breve
dopo averla addormentata con una iniezione di un potente anestetico trafugato in ospedale, nel corso di un
intervento durato più di otto ore, le estirpò letteralmente i molari inferiori e l’impianto dentale che il
precedente dentista aveva perfettamente posizionato nei mesi precedenti. Questo fu l’inizio di un vero e
proprio calvario psicofisico fatto di dolori, infezioni e cure antibiotiche del tutto inutili che si protrassero per
mesi durante i quali nessuno degli interventi eseguiti andò a buon fine tanto che le vennero estratti ancora
due molari, le vennero rimossi due ponti perfettamente sani e infissi due altri impianti senza che ce ne
fosse alcuna necessità in maniera tanto maldestra da lesionarle i denti naturali vicini. Tutto ciò continuò in
un crescendo di insuccessi, denti persi dolori inenarrabili fino a quando la stessa assistente del Dottore
consigliò, in separata sede, Alina di rivolgersi ad un altro dentista per cercare di porre fine a questo
massacro. Dopo tutto questo patire è naturale che la paziente citasse in giudizio il professionista autore di
tutto ciò dichiarandosi davanti al giudice civile, fin da subito, pronta a rinunciare a quanto a lei dovuto così
come richiesto in sede civile in funzione di veder riconosciuta la responsabilità penale per lesioni personali
del professionista. Ad oggi Alina non è ancora riuscita a vedere soddisfatte le sue ragioni perché il
consulente tecnico nominato dal Giudice Penale, senza che possedesse quel minimo di requisiti scientifici
necessari, sconvolgendo del tutto inaspettatamente il giudizio unanime di colpevolezza espresso dai più
prestigiosi luminari dell’Odontoiatria legale italiana intervenuti a vario titolo nel processo, ha valutato che
nulla dell’operato del dentista fosse errato o addirittura nocivo. La vicenda giudiziaria, come ci spiega
l’avvocato NEGRETTI legale di fiducia di Alina, non è ancora conclusa e si è interposto Appello per poter
soddisfare la ricerca di giustizia per dei fatti che la hanno completamente sconvolta e distrutta. Con
l’Appello si cercherà di ottenere una rivisitazione e rinnovazione della CTU che ha dato dei riscontri
inaccettabili e incomprensibilmente contrari alle rilevanze evidenziate da tutti gli altri periti coinvolti nella
vicenda giudiziaria. Si cercherà di confermare i fatti e le circostanze così come sono realmente avvenuti e
non come, purtroppo, falsamente ricostruiti anche dai testimoni intervenuti nel corso del dibattimento di
primo grado ove lo stesso Giudice pur consapevole delle false dichiarazioni, per non procedere a falsa
testimonianza, ha cercato di indirizzare una ricostruzione confacente ai fatti. La responsabilità medica è
rilevante sia per gli inadempimenti professionali (tre preventivi emessi nello stesso giorno, consensi con
firme false, cartelle cliniche che venivano rubate e poi riapparivano miracolosamente) sia per le scelte
operative fatte nel corso di circa un anno di appuntamenti e cure, quasi a voler evidenziare una scelta da
parte del medico coinvolto di sperimentazione e prova nei confronti di una paziente ignara delle scelte e
delle conseguenze con cui sarebbe stata costretta a convivere. In questa vicenda si sta cercando di
restituire giustizia alla sig.ra Alina non potendole restituire la salute dopo le notevoli e gravi conseguenze
patite non solo di natura fisica ma anche psicologica. Allo stesso tempo si vorrebbe evitare che la dolorosa
vicenda da Lei subita possa ripetersi per qualche altro paziente che abbia la sventura di incappare nel
dottor M.D.”

04 gennaio 2021 – 02 8239 8518: PARTE DA OGGI 4 GENNAIO “SARONNO AMICA”

02 8239 8518: PARTE DA OGGI 4 GENNAIO “SARONNO AMICA”

L’amministrazione comunale di Saronno, in collaborazione con Croce Rossa Italiana – Comitato di Saronno, farà partire dal 4 gennaio 2021 il progetto denominato “Saronno Amica – ascolta e risponde”. Obiettivo generale del progetto è il prendersi cura della cittadinanza accogliendo, indirizzando e cercando insieme le risposte a situazioni venutesi a creare a causa del Covid-19.

Si tratta di un numero telefonico messo a disposizione di tutti i cittadini di Saronno e paesi limitrofi, che accoglierà domande specifiche su come il territorio affronta diverse problematiche legate all’emergenza da Covid-19 dove spesso, accanto alla sofferenza fisica, sono presenti forte incertezza e confusione. Dall’altro capo del filo, un gruppo di Volontari, formati al compito, cercherà di offrire informazioni utili per la gestione della quotidianità. Il “cuore” del progetto è il desiderio di condivisione e di aiuto.

È importante questa sottolineatura perché il progetto non ha ambizioni “prestazionali”, bensì, decisamente “amicali”. Non si tratta quindi di call center tecnico ma di un “telefono di “prossimità”. Ecco perché a gestirlo è il volontariato.

Scendendo nei particolari gli obiettivi specifici del progetto sono:
– sollevare il carico di lavoro dei Medici di Assistenza Primaria (Medici di Famiglia, 112, ecc.) da chiamate che possono essere gestite anche da altre figure non prettamente mediche.
– aiutare tutte quelle persone (soprattutto anziani) che hanno difficoltà a reperire le informazioni correttamente dai siti Internet delle diverse Amministrazioni governative e regionali
– cercare di aggiungere alle FAQ (domande più frequenti) del Ministero della Salute, della Regione Lombardia, della ATS, indicazioni legate alla realtà “locale” che aiutino le persone a orientarsi nella nostra città.
– Raccogliere e accogliere il disagio e la fatica di soggetti fragili indirizzandoli verso i giusti canali.

Per evitare confusioni e fraintendimenti è importante sottolineare anche cosa non potranno fare i volontari che rispondono:
– non è un servizio sanitario per cui non verranno date indicazioni di carattere terapeutico e farmaceutico, sostituendosi nella diagnosi o nelle prescrizioni al Medico di Famiglia.
– non si potranno prenotare esami o prestazioni.

Pazienza, empatia, disponibilità sono le caratteristiche richieste ai volontari che prenderanno parte al progetto ma anche da chi chiamerà ci si aspetta un po’ di pazienza e disponibilità.

«Il progetto Saronno Amica va nella direzione di una delle parole chiave del mio programma», ha dichiarato il sindaco di Saronno Augusto Airoldi. «Vogliamo far sentire la vicinanza della cittadinanza a quelle persone che oggi si sentono spaesate. Questo numero di telefono è uno dei modi a cui in futuro se ne affiancheranno magari altri. Voglio ringraziare i volontari che si sono resi disponibili per questo servizio e soprattutto Croce Rossa Italiana – Comitato di Saronno che ci ha aiutato a sviluppare correttamente questo progetto, ha creato un percorso di formazione per i volontari e ha tenuto i contatti con i medici del saronnese. Saronno Amica si va ad aggiungere alle altre iniziative che abbiamo messo in campo contro il Covid-19, come il punto tamponi, il triage all’ex-Bocciodromo, il punto vaccini alla ex-Pizzigoni e renderà la nostra città più “attrezzata” in caso di una terza ondata».

I volontari risponderanno alle telefonate direttamente dal PC di casa, grazie a un numero VoIP messo a disposizione dell’amministrazione, evitando in questo modo di violare ogni tipo di restrizione normativa o di dover operare al chiuso in uffici esterni. In totale, il costo dell’operazione è stato di circa 100 euro, grazie al contributo gratuito dei volontari e di CRI.

Il numero da chiamare per Saronno Amica, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12 (tranne che nei festivi) è lo 02 8239 8518. Nelle prossime settimane, mano a mano che i volontari completeranno il percorso di formazione, l’orario di servizio potrà essere ampliato.

#saronnosiprotegge

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